Partnership Progetto
Primo possibile partner al progetto / CMCC
Alcune
info sul CMCC…
Il Centro
Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC), fondato nel 2005 con il
supporto finanziario del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della
Ricerca (MIUR) e del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio
(MATT), diventa pienamente operativo nel 2006.
Dal 10
dicembre 2015 il Centro è diventato una Fondazione al fine di adeguare la veste
giuridica del CMCC ai suoi contenuti, finalità e modalità operative.
Il CMCC si
avvale della vasta esperienza nel campo della ricerca dei nove soci della
Fondazione: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Università degli
Studi del Salento, Centro Italiano Ricerche Aerospaziali, Università Ca’
Foscari Venezia, Università di Sassari, Università della Tuscia, Politecnico di
Milano, Resources for the Future, Università di Bologna.
La missione
del CMCC è quella di realizzare studi e modelli del nostro sistema climatico e
delle sue interazioni con la società per garantire risultati affidabili,
tempestivi e rigorosi al fine di stimolare una crescita sostenibile, proteggere
l’ambiente e sviluppare, nel contesto dei cambiamenti climatici, politiche di
adattamento e mitigazione fondate su conoscenze scientifiche. Sviluppare previsioni
e analisi quantitative del nostro pianeta e della società del futuro.
Il CMCC è
organizzato nella forma di un network che connette entità pubbliche e private
che lavorano insieme su ricerche multidisciplinari di interesse per le scienze
del clima.
Il CMCC
promuove l’integrazione e la collaborazione tra diverse competenze
interdisciplinari, necessarie per gli studi relativi alle scienze del clima.
Il Centro di
Supercalcolo (SCC) del CMCC a Lecce, attivo dal 2008 è la più grande struttura
di calcolo in Italia – e tra le più avanzate in Europa – dedicata
esclusivamente alla ricerca sui cambiamenti climatici e alle loro interazioni
con la società e i sistemi economici. Il Centro di Supercalcolo del CMCC è
stato potenziato nel 2022 sia per quello che riguarda la struttura di calcolo
che i sistemi di archiviazione.
Inizialmente la mia scelta di voler
realizzare una sede del CMCC nella città di Roma era dettata dal fatto che nel
Lazio esiste un’unica sede dove si effettua ricerca in quest’ambito e
quest’ultima si trova a Viterbo. L’intenzione progettuale fin da subito è stata
quella, di realizzare una sede nel territorio urbano che contenga gli spazi di
lavoro necessari utili alla ricerca, al monitoraggio e alla raccolta dati sui cambiamenti
climatici. Oltre a questi spazi ne verranno realizzati altri, tra i quali, sala
conferenze per la divulgazione scientifica, area espositiva, biblioteca e un
numero contenuto di alloggi per i ricercatori. Il progetto trova collocazione
in un’area marginale e periferica situata lungo l’Aniene a breve distanza dalla
stazione di Ponte Mammolo. La scelta però non è casuale; il progetto potrebbe
essere il promotore di una rivitalizzazione non solo territoriale ma anche
sociale e culturale proponendo un edificio in cui si parla di un tema fra i più
importanti del momento.
) Mi viene in prima battuta da
chiedervi se riteniate interessante la premessa fatta, il tema progettuale e la
possibilità concreta che tutto questo possa essere messo in cantiere…
) Molte sono le sedi in Italia,
quella nel Lazio si trova a Viterbo per un motivo ben preciso. In un futuro non
troppo lontano, questa nuova sede, potrebbe diventare il punto di partenza per
un allargamento e un inizio di rapporto anche con l’università di Roma La
Sapienza? Magari anche con l’istituzione di un corso di laurea che prepari a
questi temi?
) Alcune città, mi auguro che lo
facciano tutte molto presto, possono e vogliono svolgere un ruolo di primo
piano nel contrasto ai cambiamenti climatici e chiamano i governi ad avere
ancora più coraggio, con scelte nette. Il governo del territorio unitamente a
fondazioni come la vostra può condurre le strategie di mitigazione necessarie
ad arginare il cambiamento climatico in atto?
) Da studente credo che strategie
come la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio, la creazione di
comunità energetiche, la forestazione urbana come progetto di riqualificazione
e di adattamento climatico diffuso nei quartieri, la mobilità sostenibile o
anche la chiusura del ciclo dei rifiuti, e ce ne sono molte altre appartenenti
ad una lista ben più lunga, pensiate possano dare un bel contributo? O da sola
la disciplina architettonica è un buco nell’acqua?
Attualmente
sono in attesa di risposta ma a tal proposito ho fatto un’importante scoperta…
…Siglato,
nel giorno 15 Novembre 2022, accordo tra Campidoglio e CMCC per strategia di
adattamento della città...
Una
collaborazione che mette a disposizione della città il meglio delle competenze
scientifiche per studiare gli impatti sempre più evidenti dei cambiamenti
climatici, individuare le aree a maggior rischio e definire azioni e misure
specifiche per rafforzare la resilienza e la sicurezza del territorio, degli
spazi urbani e delle infrastrutture.
È questo il
senso della partnership tra Roma Capitale e Fondazione Centro Euro-Mediterraneo
sui cambiamenti climatici (Cmcc), siglata negli stessi giorni in cui si svolge
la 27ª Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Cop27) a Sharm
el-Sheikh, in Egitto.
Una scelta
per richiamare l’attenzione sul ruolo fondamentale che le città sono chiamate a
svolgere in uno scenario mondiale dove la temperatura media è già aumentata di
circa 1 grado e senza impegni più forti si rischia di arrivare a un aumento
compreso tra 2,1 e 2,9 gradi entro la fine del secolo secondo le Nazioni Unite.
Il contrasto ai cambiamenti climatici è un obiettivo prioritario per Roma, una
delle 100 città europee scelte dalla Commissione Europea per anticipare al 2030
gli obiettivi di neutralità climatica.
Si partirà
dall’elaborazione di una mappatura dei rischi climatici nello scenario segnato
dall’aumento delle temperature, per comprendere gli ambiti a maggior rischio
nel territorio di Roma Capitale rispetto ad ondate di calore, allagamenti,
siccità. I passi successivi saranno: l’identificazione delle priorità e la
definizione di un concreto piano di azione, con gli interventi necessari a
rafforzare resilienza e sicurezza del territorio, degli spazi urbani, delle
infrastrutture. Il piano conterrà anche precise misure di monitoraggio, azioni
di divulgazione e sensibilizzazione sugli effetti dei cambiamenti climatici e
una collaborazione con la Protezione Civile per l'aggiornamento del sistema di
allerta e prevenzione, tenendo conto delle modifiche attese sugli eventi
estremi per effetto del cambiamento climatico. Le attività di divulgazione e
sensibilizzazione sugli effetti dei cambiamenti climatici coinvolgeranno le
strutture di Roma Capitale. Saranno poi prodotte analisi di scenario riferite
all’area della città con un’attività di confronto con i Municipi e la
cittadinanza e saranno organizzati workshop scientifici di approfondimento con
il coinvolgimento di istituzioni ed enti di ricerca nazionali e internazionali,
università e stakeholder territoriali.
La
Fondazione Cmcc è un'organizzazione di ricerca multidisciplinare, in grado di
fornire supporto tecnico scientifico a istituzioni e a grandi città come Roma
attraverso un’analisi dell'esposizione dei territori ai cambiamenti climatici,
dei rischi che ne conseguono e delle vulnerabilità. Attraverso modelli
geolocalizzati ad elevata risoluzione, il Cmcc mette a disposizione le
informazioni di dettaglio necessarie per prendere decisioni informate, in
particolare per individuare azioni di adattamento ai cambiamenti climatici, di
investimento nelle infrastrutture urbane e interventi per aumentare la
resilienza dei territori. Il senso di questo accordo è quello di intensificare
le iniziative di cooperazione tra i produttori di conoscenza scientifica e i
decisori politici, chiamati a compiere, come avviene ora nella Capitale, scelte
importanti per un governo del territorio che tenga conto delle sfide poste dal
cambiamento del clima”, ha affermato il Professor Antonio Navarra, Presidente
del Centro Euro-Mediterraneo sui cambiamenti climatici.
Mi sembra evidente che il progetto possa trattare il cambiamento climatico facendo riferimento, considerando l’accordo siglato, in particolar modo alla città di Roma.
Secondo possibile partner al progetto / Italian Climate Network
Di cosa
si occupa?
La sezione
“Clima e Advocacy” di Italian Climate Network si occupa di tutte le attività di
advocacy svolte a livello nazionale, europeo e internazionale, inclusi i
negoziati UNFCCC. Promuove il networking con altre associazioni ed istituzioni
e collabora con tutte le altre sezioni nella costruzione di una proiezione
esterna dell’associazione coerente, incisiva e basata su evidenze scientifiche.
La sezione
“Clima e Diritti” ha come obiettivo quello di svolgere attività divulgativa e
di advocacy sui legami tra i cambiamenti climatici e la tutela dei diritti
umani, con particolare riferimento alla necessità che gli impegni
internazionali sul clima considerino le ricadute dei cambiamenti climatici su
gruppi vulnerabili.
Attività:
Partecipazione
alle sessioni negoziali aperte agli osservatori per monitorare l'integrazione
di principi dei diritti umani all'interno dei testi negoziali.
Organizzazione
di side event durante i negoziati sull'intersezione tra clima e diritti umani
con la partecipazione di esperti e stakeholders internazionali.
Partecipazione
all'azione della Women and Gender Constituency, tra cui interventi in plenaria,
stesura di proposte di policy e supporto all'advocacy di questi gruppi.
Analisi
delle implicazioni dell'andamento dei negoziati in termini di salvaguardie
sociali ed ambientali per gruppi discriminati e minoranze.
La sezione
“Clima e Educazione” ha il compito principale di coinvolgere attivamente le
ragazze e i ragazzi con meno di 30 anni in attività collegate alle finalità
associative. Ha la facoltà di avvicinarsi a movimenti giovanili internazionali
in materia di clima e proporre azioni specifiche per incrementare la conoscenza
dei giovanissimi riguardo alla questione dei cambiamenti climatici e
coinvolgerli in iniziative improntate all’innovazione sociale.
La sezione
“Clima e Salute” si pone come obiettivo quello di aumentare la consapevolezza
della popolazione riguardo le conseguenze del cambiamento climatico sulla
salute, cercando di sottolineare come le pratiche di buona salute possano
portare a benefici anche in termini di mitigazione delle emissioni di gas
climalteranti.
Il
Cambiamento Climatico è “la più grande minaccia per la salute globale del 21°
secolo”, afferma The Lancet, una delle più importanti riviste scientifiche in
ambito medico. Se da una parte l’aumento delle temperature e i sempre più
frequenti eventi estremi hanno un impatto diretto sulla salute umana,
dall’altra agiscono indirettamente sui determinanti della salute. Questi ultimi
sono l’insieme di condizioni finemente regolate da sistemi economici, politici
e sociali che influenzano non solo la mera presenza/assenza di malattia, ma
anche lo stato di benessere fisico, psichico e sociale dell’individuo.
La
premessa…
Inizialmente
la mia scelta di voler realizzare una sede del CMCC nella città di Roma era
dettata dal fatto che nel Lazio esiste un’unica sede dove si effettua ricerca
in quest’ambito e quest’ultima si trova a Viterbo. L’intenzione progettuale fin
da subito è stata quella, di realizzare una sede nel territorio urbano che
contenga gli spazi di lavoro necessari utili alla ricerca, al monitoraggio e alla
raccolta dati sui cambiamenti climatici. Oltre a questi spazi ne verranno
realizzati altri, tra i quali, sala conferenze per la divulgazione scientifica
- e mi rivolgo a voi con l’intenzione di ricevere supporto proprio per
quest’ambito considerando che la vostra missione è quella di diffondere questi
concetti - area espositiva, biblioteca e un numero contenuto di alloggi per i
ricercatori. Il progetto trova collocazione in un’area marginale e periferica
situata lungo l’Aniene a breve distanza dalla stazione di Ponte Mammolo. La
scelta però non è casuale; il progetto potrebbe essere il promotore di una
rivitalizzazione non solo territoriale ma anche sociale e culturale proponendo
un edificio in cui si parla di un tema fra i più importanti del momento.
L’intervista…
) Mi viene
in prima battuta da chiedervi se riteniate interessante la premessa fatta, il
tema progettuale e la possibilità concreta che tutto questo possa essere messo
in cantiere…
) Se si, il
progetto potrebbe essere una sede stabile dove la popolazione viene informata
di questo fenomeno, un fenomeno che ancora si trova in secondo piano rispetto a
tanti altri. La divulgazione scientifica potrebbe essere effettuata nella sala
conferenze e non solo; potremmo organizzare seminari e workshop che coinvolgano
qualsiasi interessato, dal bambino al nonno, ospitando scolaresche e creando
eventi anche per i più grandi.
) Sarei
molto interessato ad una collaborazione perché sul territorio molte sono le
attività che trattano questi temi, mancano però dal mio punto di vista luoghi
fisici di risalto. Per questo motivo ho deciso di dar forma a degli ambienti di
lavoro e parallelamente a spazi dove ci si possa informare.
Attualmente sono in attesa di risposta…
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